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LA DONNA FATTA A PEZZI

LA DONNA FATTA A PEZZI

dal racconto di Assia Djebar nella raccolta "Nel cuore della notte algerina"

con ANTONIO FAZZINI

regia FILIPPO RENDA

aiuto regia MARTINA VIANOVI

allestimento luci ANDREA NARESE

con la collaborazione e il patrocinio della casa editrice Giunti e dell'Istituto francese di Firenze

Il racconto La donna fatta a pezzi fa parte della raccolta Nel cuore della notte Algerina di Assia Djebar, pubblicata in Italia nel 1998.

La narrazione prende spunto dalla omonima novella delle Mille e una notte in cui Shahrazad, la mitica sultana, racconta la storia di una giovane donna senza nome che sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia innescata da un equivoco. Ma, nel più perfetto stile del fondamentale testo della letteratura araba, l'oggetto della narrazione diviene a sua volta voce narrante, in un susseguirsi di scatole cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente di racconto nel racconto.

La storia inizia nella Baghdad del califfo Harun al-Rashid, città di spezie, di profumi, di raffinati e torbidi piaceri. In questa prima parte del racconto è il desiderio che sembra dominare: il desiderio della giovane sposa di mele dolci, succose croccanti; il desiderio del marito che, attraverso il dono dei prelibati frutti, otterrà l'amore della bella moglie; il desiderio del califfo di rivalsa, chissà per quale recondito e incofessabile motivo, nei confronti del suo favorito, Jafar il bello... E via, in un susseguirsi travolgente di storie, fino all'Algeria del 1994. Un'Algeria devastata dalla guerra civile, cantata da Assia Djebar nell'infinito lamento di Bianco d'Algeria (pubblicato in Italia nel 1998). Qui la giovane insegnante Atika verrà uccisa. Giustiziata, secondo i suoi assassini. La colpa? Avere insegnato in francese, lingua del colonialismo (ferita apertissima, cancrena inarrestabile), “storie oscene”, ovvero le Mille e una notte.

La vicenda di Atika trae spunto da una storia realmente accaduta ad Algeri, durante la guerra civile. Assia Djebar, attraverso la sua narrazione superba, travolgente, poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del mito, pervasa di erotismo e di profumi, a un Algeria dei giorni nostri dove, non solo l'ignoranza non riconosce il valore del testo per eccellenza emblematico del mondo islamico -le Mille e una notte-, ma addirittura tradisce “un hadith, una raccomandazione del Profeta, che recita: «Cerca il sapere, foss’anche in Cina!».”

Poco più di venti anni sono passati dalla scrittura del racconto La donna fatta a pezzi. Ma l'attualità profetica, vorremmo dire, del pensiero di Assia Djebar, la sua ricchezza, ci fornisce ancora oggi spunti per riflettere, per cercare di capire, per non arrenderci all'ignoranza che è madre di ogni intolleranza, di ogni violenza e matrigna della tolleranza e della civiltà.

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scheda tecnica

Dal racconto di Assia Djebar
Nella raccolta “Nel cuore della notte algerina” 
Con
ANTONIO FAZZINI
Regia FILIPPO RENDA
Aiuto regia Martina Vianovi
Disegno luci Andrea Narese
Allestimento Brando Nencini

Con la collaborazione e il patrocinio della Casa Editrice Giunti e dell’Istituto Francese di Firenze

Il racconto La donna fatta a pezzi fa parte della raccolta Nel cuore della notte Algerina di Assia Djebar, pubblicata in Italia nel 1998.
La narrazione prende spunto dalla omonima novella delle Mille e una notte in cui Shahrazad, la mitica sultana, racconta la storia di una giovane donna senza nome che sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia innescata da un equivoco.La storia inizia nella Baghdad del califfo Harun al-Rashid, città di spezie, di profumi, di raffinati e torbidi piaceri. In questa prima parte del racconto è il desiderio che sembra dominare: il desiderio della giovane sposa di mele dolci, succose croccanti; il desiderio del marito che, attraverso il dono dei prelibati frutti, otterrà l'amore della bella moglie; il desiderio del califfo di rivalsa, chissà per quale recondito e incofessabile motivo, nei confronti del suo favorito, Jafar il bello...
E via, in un susseguirsi travolgente di storie, fino all'Algeria del 1994. Un'Algeria devastata dalla guerra civile, cantata da Assia Djebar nell'infinito lamento di Bianco d'Algeria (pubblicato in Italia nel 1998). Qui la giovane insegnante Atika verrà uccisa. Giustiziata, secondo i suoi assassini. La colpa? Avere insegnato in francese, lingua del colonialismo (ferita apertissima, cancrena inarrestabile), “storie oscene”, ovvero le Mille e una notte. 
La vicenda di Atika trae spunto da una storia realmente accaduta ad Algeri, durante la guerra civile. Assia Djebar, attraverso la sua narrazione superba, travolgente, poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del mito, pervasa di erotismo e di profumi, a un Algeria dei giorni nostri dove, non solo l'ignoranza non riconosce il valore del testo per eccellenza emblematico del mondo islamico -le Mille e una notte-, ma addirittura tradisce “un hadith, una raccomandazione del Profeta, che recita: «Cerca il sapere, foss’anche in Cina!».” 

 

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