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INGRESSO SPETTACOLO
interi 15 €
ridotti 12 € (over 60, under 25, Coop, Arci, Uisp, ATC)
ridotti 7 € residenti quartiere 1 e del quartiere 4
ridotti 5 € per gli iscritti ai corsi di formazione
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TEATRO GOLDONI
via Santa Maria, 15 FIRENZE
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INFO E PRENOTAZIONI
IL TEATRO DELLE DONNE presso TEATRO GOLDONI
Via Santa Maria, 15 - 50125 Firenze (FI)
055 2776393 - teatro.donne@libero.it -
facebook/ilteatrodelledonne | twitter/teatro_donne | instangram/teatrodelledonne
Prevendita: Negozi del Circuito BoxOffice Toscana e Ticketone, online su www.ticketone.it
VIA DEL POPOLO
SCENA VERTICALE
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giovedì 22 dicembre ore 20.30
TEATRO GOLDONI / Firenze
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di e con SAVERIO LA RUINA
Disegno luci Dario De Luca
Collaborazione alla regia Cecilia Foti
Audio Luci Mario Giordano
Allestimento Giovanni Spina
Dipinto Riccardo De Leo
Amministrazione Tiziana Covello
Organizzazione generale Settimio Pisano
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PRIMA REGIONALE
Via del Popolo, un tratto di strada di una cittadina del Sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema… Due uomini percorrono via del Popolo, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega 2 minuti per percorrere 200 metri, il secondo 30 minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali.
A cu appartènisi, chiedevano i vecchi paesani, a chi appartieni? E dalla tua risposta ricavavano le informazioni essenziali sulla tua identità. Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere.
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