TRINCEA DI SIGNORE
di SILVIA CALAMAI
proposto con due cast
con DANIELA MOROZZI e MONICA BAUCO
con ANNA MEACCI e MONICA BAUCO
regia originale BARBARA NATIVI
(ripresa da DIMITRI MILOPULOS con l'aiuto di GHERARDO VITALI ROSATI)
musiche originali MARCO BARALDI (al pianoforte)
voce GIADA SECCHI
luci ANDREA NARESE
produzione in collaborazione con IL TEATRO DELLA LIMONAIA
Finalista 46° edizione del Premio Riccione 2001 per la Nuova Drammaturgia | Segnalato Premio Calcante 2002 (SIAD) | Vincitore Premio Battipaglia-Under32 2002
PER IL 50° ANNIVERSARIO DELL'ALLUVIONE DI FIRENZE
Trincea di Signore è un testo imprendibile, che ha debuttato più volte cambiando cast, in un passaggio di testimone tra attrici davvero inusuale.
Dopo il primo studio con Renata Palminiello e Marcella Ermini, è stato straordinariamente interpretato da Marisa Fabbri e Franca Nuti in occasione del festival nazionale sulla drammaturgia contemporanea delle donne “Autrici a Confronto” nel 2002, poi lo abbiamo visto nel 2003 attraverso gli umori e le visioni di Lucia Poli e Marcella Ermini. Sempre con la regia di Barbara Nativi. Ed è a lei e alla sua regia che vogliamo rendere omaggio con questa nuova produzione in collaborazione con il Teatro della Limonaia. Oltre che commemorare il 50° anniversario dall’alluvione del ’66.
È uno spettacolo intenso, che vede protagoniste due donne anziane, Ortensia e Gervasia, che spiano dalla finestra una Firenze alluvionata, fra ricordi e nostalgie, battibecchi e speranze, fantasticando su improbabili fughe in canotto.
Ortensia e Gervasia sono chiuse in casa, a spiare dalla finestra una Firenze che sembra alluvionata da tempo immemorabile e parlano, parlano.....
Ma le loro chiacchiere non sono la chiave unica del testo: il mondo in cui le due donne abitano è deserto e privo di certezze. Pare che Ortensia sia salita da Gervasia perché ha finito il latte o l’olio; sembra che Ortensia non possa tornare nel suo appartamento e che anche la Cupola e il Campanile si dissolvano e scompaiano in una lontananza umida e pericolosa. Il nemico è l’Altro, ma nessuno sa che cosa sia. Ci entra in casa e ci parla, con lunghi e strani silenzi.